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Incontri per la famiglie con Suor Roberta

"Grazie Suor Roberta" è la parola risuonata alla fine del secondo incontro delle famiglie di Marti e Capanne, con suor ROBERTA VINERBA. Il primo incontro risale a gennaio, dove con una prima infarinatura sulla paternità aveva già cominciato a smuovere gli animi di noi partecipanti.
Sabato 19 febbraio, suor Roberta, con il suo solito modo accogliente, esuberante e coinvolgente, ha continuato ad esporre il tema sulla paternalità, toccando punti estremamente delicati e sofferti di ognuno di noi.

Ha iniziato la sua esposizione facendoci capire l’importanza di essere figli, sperimentando in tale esperienza la vera libertà.
Siamo entrati nel tema, analizzando "le 10 piste che illuminano la via della felicità", (i 10 comandamenti) mettendone in evidenza il 4°, "ONORA IL PADRE E LA MADRE", sottolineando quanto sia importante ONORARE IL PADRE anche se lui non lo è stato in modo eccellente.
Gli appuntamenti mancati sono le parole non dette, gli abbracci non dati, e i gesti non fatti, ce ne accorgiamo quando la persona viene a mancare. Siamo avari nel dare amore, nel parlare di amore, rivestiti tante volte di quel pudore che ci blocca di fronte a chi vorremmo amare, ...la televisione ci sottrae da quei colloqui che potremmo avere con i nostri familiari... ciò che avrei potuto fare... ...ed ho omesso di fare.
Questi sono i conti non chiusi con i padri, la nascita di un figlio è utile, può far riuscire a sanare tale situazione, oppure nel peggiore dei casi può acutizzarne i rapporti.
La nostra paternità è costituita da ciò che abbiamo vissuto e mangiato, si diventa uomo nel modo in cui si guarda il proprio padre.

Dopo questa prima analisi suor Roberta ha messo in evidenza la figura di Giovanni Paolo II nel suo libro Raggi di Paternità con la frase "TU NON VUOI CHE IO SIA PADRE SENZA ESSERE FIGLIO", non si può infatti, essere padre senza aver fatto l’esperienza di figlio. Da qui abbiamo allacciato l’argomento al testo della Bibbia con la vita di Mosè che, senza padre e senza radici, si sentiva emigrato vivendone l’esperienza drammatica, e rovesciandola nel figlio chiamato appunto, GHERSON che significa SONO EMIGRATO IN TERRA STRANIERA.
Noi tutti siamo alla ricerca di un padre forte e sapiente, un padre ideale, e solo eliminando l’immagine di questo, potremmo farlo rivivere nella realtà come è veramente mio padre, rigenerandolo nella misericordia, e ricordiamoci che noi rivestiamo nei nostri figli ciò che noi siamo.
Suor Roberta ha analizzato 3 vie, elencandole come figure rilevate dalla Bibbia (Cam, Sem, Jafet); San Francesco; e dalle figure Epiche di Enea, Anchise e Ascanio.
Queste 3 vie ci insegnano come il Pudore abbia rilevanza in un rapporto con il padre, ceppo da cui siamo stati generati, le nostre sono radici sante (storia di Cam,Sem Jafet).
Quanto l’importanza di un padre porti a cercarne uno "Vicario" che lo possa sostituire come per san Francesco, oppure per Enea accogliendone la fragilità, e portandolo sulle spalle salvando se stesso e dandone l’esempio al figlio.
L’atto finale sarà IL PERDONO, ma non come favore fatto all’altro, ma come... ...paradossalmente atto di egoismo più forte della nostra vita, perdonare, è poter essere libero di vivere, perdonare è Dio e quando entra Dio rifiorisce la vita.
Chiunque sia stato tuo padre, fallo diventare Cristo Crocifisso, o Anchise debole e sofferente portato sulle spalle da Enea.

Ho cercato di riportare i punti salienti di questo bellissimo incontro, naturalmente gli argomenti erano molto più vasti e trattati in maniera eccelsa.
Cara suor Roberta ci porteremo nel cuore tutti gli insegnamenti che ci hai donato con tanto fervore e simpatia, ne faremo tesoro prezioso per le nostre famiglie e per chi vorrà condividere con noi i tuoi insegnamenti, ti aspettiamo il prossimo anno certi che tornerai con la stessa carica emotiva per istruirci su nuovi argomenti.