Madonna del Buon Viaggio - Fotogallery

 

 

La Parrocchia di San Giuseppe si consacra al Cuore Immacolato di Maria

Le Parrocchie di Capanne e Marti “visitate” dai pastorelli di Fatima

Verso la chiusura di questo Anno Giubilare 2017/18 , concesso alla nostra Chiesa di San Giuseppe a Capanne dalla Congregazione romana, nel 60° anniversario della sua elevazione a Parrocchia, dopo molteplici occasioni in cui è stato possibile lucrare l’indulgenza plenaria, anche il 13 Maggio scorso, anniversario della prima apparizione di Fatima, è stata, per noi, una data giubilare. Questa giornata, già segnata dalla grazia dell’indulgenza, è stata ancora più solenne per l’arrivo in Parrocchia delle reliquie dei Santi pastorelli di Fatima, giunte qui da San Miniato dove la sera precedente, in Cattedrale, il nostro Vescovo Andrea aveva consacrato al “Cuore Immacolato di Maria” la nostra Diocesi.

In un’unica piccola teca sono contenute le reliquie di Francesco e Giacinta, i due pastorelli morti in tenera età. Alle ore 16:30 c’è stata l’accoglienza delle reliquie, quindi nel tempo seguente fino alle ore 18, orario della Santa Messa, si sono succedute preghiere, Rosario e confessioni con la presenza dei padri “Servi del Cuore Immacolato di Maria”, Padre Riccardo Saccomanno di Cerretti e Padre Cesare Cuomo del Santuario di Pancole e un giorno sono state presenti le suore , serve del cuore immacolato di Maria.

Una solenne e affollatissima celebrazione presieduta dal Vescovo di Livorno, Mons. Simone Giusti, con il nostro Parroco Don Fabrizio e gli altri parroci dell’Unità Pastorale, ha praticamente dato inizio ad una missione mariana (13-20 maggio) che si è protratta per tre interi giorni, poi a Marti , offrendo a molti la possibilità di confessarsi, di pregare e meditare. Nei giorni seguenti, dal giovedì pomeriggio fino alla domenica, le reliquie sono state trasferite nella Parrocchia di Santa Maria Novella a Marti, con uno stesso programma, e alla sera del giovedì abbiamo adorato il S.Smo Sacramento. Nell’intenso programma di questi giorni, anche i bambini delle scuole medie ed elementari hanno avuto dei momenti a loro dedicati.

Nella celebrazione della Messa di domenica 13 Maggio, il Vescovo Simone, durante l’omelia ha presentato la figura di Maria come nostro grande aiuto nel cammino della salvezza. Maria è la madre della Chiesa e di tutti gli uomini a lei affidati da Gesù Crocifisso sul Monte Calvario. Come vera mamma instancabile ha accompagnato l’umanità attraverso il tempo, con numerose apparizioni fin dai primi secoli della nascita della Chiesa. La solenne liturgia si è svolta con l’accompagnamento del coro parrocchiale e con l’assistenza di un folto gruppo di ministranti, e l’uno e gli altri hanno ricevuto i complimenti del Vescovo . Al termine della Messa c’è stato il momento suggestivo del rito della Consacrazione della nostra Parrocchia al Cuore Immacolato di Maria: “Ci consacriamo al tuo Cuore immacolato, accetta o Madre e Regina la nostra Consacrazione e aiutaci, con la Tua preghiera, ad esserle fedeli”…così all’unisono tutto il popolo ha pregato insieme al Vescovo e al nostro Parroco.

 Quindi l’assemblea si è sciolta mentre il Clero, servito dal solito gruppo di brave cuoche poteva gustare un’ottima cena.

A chiusura di queste giornate di serenità e grazia, c’è stata la conferenza di mercoledì 16 alle ore 21:15 per entrambe le parrocchie, tenuta da padre Cesare Cuomo sul tema “Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria”, sul perché consacrarsi e per conoscere il significato di ciò. Verrebbe ora da riscrivere tutto quanto udito, ma ciò è impossibile per motivi di spazio e capacità. Cercherò in sintesi di far cogliere le cose che mi sono rimaste più impresse:

-          Maria parla del suo Cuore Immacolato già nella seconda apparizione.

-          Il cuore nella visione cristiana, secondo il Magistero della Chiesa raggiunge la sua completezza quando riunisce in sé volontà, temperamento, ragione, intelletto, sensibilità.

-          Maria riunisce in sé questa unità e quindi ha la completezza del cuore perché è pura e perciò vede Dio.

-          I tre pastorelli vengono avvolti dalla luce che emana dalle mani di Maria ed essendo puri raggiungono la completezza del cuore.

-          Grazie a questo, Francesco e Giacinta saranno capaci di accettare la sofferenza, anzi di provare conforto perché così avrebbero salvato più anime.

-          Maria ci vuole sotto la sua protezione perché l’uomo è imperfetto e solo il suo influsso materno può costruire l’unità del nostro cuore.

-          Il demonio corrompe piano piano per portare l’uomo verso la perdizione, ma Maria non ci abbandona mai e, pur nella sofferenza, ci fa essere vittoriosi.

-          Lei è lo strumento per far trionfare Dio nel mondo.

Questi punti, sviluppati da Padre Cesare, ci hanno davvero arricchiti. A conclusione ha citato alcuni eventi storici legati alle apparizioni di Fatima, tra cui la salvezza di San Giovanni Paolo II dall’attentato, il crollo del Muro di Berlino, lo scongiuramento della Terza Guerra Mondiale nel 1984. Tutti particolari narrati con precisi riferimenti, ma dei quali purtroppo non è possibile parlare con maggior dovizia di particolare.

Grazie a Don Fabrizio che ha avuto questa ispirazione, sempre pensando alla cura e al bene delle anime a lui affidate.

Mariuccia Mancini

Membro del consiglio Pastorale e catechista

L'indulgenza plenaria

La nostra comunità di Capanne vive in questo “Anno Giubilare” un anno di grazia concesso dalla Penitenzeria Apostolica, ufficio della curia di Papa Francesco, in questo anno in cui cadono i 60 anni di fondazione della nostra Parrocchia elevata con il tiolo di San Giuseppe.  Distaccatasi dalla parrocchia plebana di Montopoli in V/a nel 1955 con  decreto Vescovile di elevazione a parrocchia, con il titolo di Prioria  il  percorso è  terminato con il riconoscimento anche civile, nel 1957.  La Penitenzeria ha concesso, su richiesta del nostro Vescovo , dei giorni cosidetti indulgenziati dove la grazia di Cristo, attraverso la Chiesa, dona ai suoi figli, per il loro bene spirituale il perdono delle colpe. Vediamo allora di spiegare quale significato ha l’indulgenza.

Cos'è l'indulgenza
Come dice la parola stessa, l'indulgenza significa l'Amore indulgente, cioè misericordioso, di Dio nei confronti dell'uomo peccatore. "L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati., già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa e applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi" (CCC, 1471). In questa definizione del Catechismo vengono sottolineati questi punti.
L'indulgenza proviene dall'Amore Misericordioso di Dio che per mezzo di Gesù buon Pastore, ci viene a cercare, ci mostra il suo volto misericordioso, ci fa prendere coscienza del nostro peccato, suscita il pentimento, ci offre il perdono che equivale alla creazione di un cuore nuovo. E' Gesù stesso l'indulgenza e la propiziazione per i nostri peccati (cfr Gv 20,22-23).
Il peccato grave ha una duplice conseguenza: la privazione della comunione con Dio (pena eterna, l'inferno) e l'attaccamento malsano alle creature (pena temporale, disordine morale).
Al peccatore pentito Dio nella sua misericordia, ordinariamente mediante il sacramento della riconciliazione, concede il perdono dei peccati e la remissione della pena eterna.
Con l'indulgenza la misericordia divina arriva a condonare la pena temporale dei peccati confessati, fa superare le tendenze e i disordini lasciati in noi dal male commesso.
L'opera di riconciliazione avviene con la mediazione della Chiesa. I meriti di Gesù, della Vergine Maria, dei santi, costituiscono un tesoro grandissimo di grazia, che la Chiesa, per mandato di Gesù, può dispensare nei modi che ritiene più convenienti, allo scopo di promuovere la conversione degli uomini. Con l'indulgenza noi beneficiamo di questo tesoro e siamo chiamati a mettere a frutto, nella santità della vita, quello che riceviamo.
L'indulgenza ci ricorda che Dio è pronto, come ci testimonia il Vangelo, a condonare tutto e subito, quando decidiamo di aprire il nostro cuore a Lui.
L'indulgenza giubilare è detta plenaria perché è una grazia straordinaria che guarisce completamente l'uomo, facendone una nuova creatura.

3. Condizioni per ottenere l'indulgenza
Prendiamo un estratto dalla l’intervista al Card. Piacenza, Prefetto del Dicastero Romano della Penitenzeria Apostolica. Cosi si esprimeva, per il giubileo della Misericordia indetto dal Papa.

Eminenza nel Giubileo ha grande importanza l’ indulgenza, cioè «la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa». Che cosa significa?

«È certamente importante comprendere bene questo tema della distinzione fra colpa e pena, che, a uno sguardo superficiale, potrebbe apparire di sapore medievale. Concretamente, in aggiunta all’ assoluzione dalla colpa che avviene nella Confessione, l’ indulgenza è il “condono” del tempo da trascorrere in purgatorio prima di raggiungere la visione di Dio in Paradiso. È ovvio che l’ indulgenza possa risultare incomprensibile all’ uomo secolarizzato e persino a quei cristiani che hanno ridotto il cristianesimo a una dottrina etica. Ma, secondo la fede della Chiesa, fra tutti i battezzati si crea un mirabile legame, la comunione dei santi, che non è un’ astrazione spirituale : utilizzando una categoria biblica, si tratta di una vera e propria alleanza per la salvezza. In tal senso si parla di “tesoro delle indulgenze”».

In qualche modo, questo ha anche un risvolto sociale?

«Il persistere della pena temporale, anche dopo l’ assoluzione sacramentale della colpa, rende ciascun uomo consapevole delle conseguenze dei propri atti, gli indica il dovere responsabile della riparazione e, cosa ancora più importante, lo chiama alla partecipazione all’ opera redentiva di Cristo, per sé e per i fratelli».

Quali sono i requisiti per ottenere l’ indulgenza che, ricordiamolo, può essere ottenuta anche in favore dei defunti?

«Sono essenzialmente tre: il sacramento della Riconciliazione, la partecipazione all’ Eucaristia e la preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre. La Confessione, vissuta con il cuore sinceramente distaccato da qualsiasi peccato, spinge l’ uomo ad avvicinarsi a Dio e a lasciare che Dio si avvicini a lui. La celebrazione dell’ Eucaristia, con la comunione sacramentale, sottolinea la dimensione ecclesiale dell’ indulgenza. La preghiera secondo le intenzioni del Papa ricorda come la comunione non sia genericamente spirituale, ma debba essere concreta comunione con la madre Chiesa».

Gli altri appuntamenti INDULGENZIATI , oltre La Domenica 17 e  24 Settembre Saranno : saranno l'8 dicembre 2017 per l'Immacolata concezione, il 16, 17 e 18 marzo 2018 nel triduo per la festa del santo patrono, il 19 marzo per la festa di San Giuseppe, il 13 maggio per la Vergine di Fatima e il 30 settembre per la festa della Madonna del Buon viaggio 2018.
L'augurio è che quest'anno di grazia – commenta don Fabrizio - possa essere veramente occasione di crescita spirituale, di riconciliazione e di speranza per tutta la nostra parrocchia e per tutti quelli che la visiteranno anche dalle parrocchie limitrofe nei tempi e nei modi stabiliti.

La festa della Madonna del Buon Viaggio

Domenica 17 settembre, con la santa messa delle 11:15  è stata celebrata dal nostro vescovo, Mons. Migliavacca, che ha dato ufficialmente inizio alla festa della Madonna del Buon Viaggio; in tale occasione, è stato aperto anche l’anno giubilare che interesserà, fino al prossimo settembre, la nostra Parrocchia.  

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"Sessanta... ma non li dimostra"

Era il febbraio del 1957 quando nelle mani del priore, l'indimenticato Don Enzo Terreni, arrivò la comunicazione che la chiesa e il borgo di Capanne cessavano di essere una “curazia” di Montopoli per diventare, a tutti gli effetti, una parrocchia autonoma. Un riconoscimento importante, festeggiato in paese solo sette mesi più tardi, a settembre, in occasione della Festa della Madonna, venerata già da diversi anni dalle famiglie capannesi alla fine dell'estate, una volta terminata la stagione di lavoro in Piemonte.

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Indulgenza plenaria per l'anno giubilare della parrocchia

Traduzione non letterale, tuttavia fedele ai contenuti del Decreto con cui la Penitenzieria Apostolica dispone la possibilità di ottenere l'Indulgenza plenaria durante l'anno giubilare della parrocchia di San Giuseppe in Capanne.


La Penitenzieria Apostolica, per accrescere la fede e il bene delle anime, in virtù delle facoltà concesse in modo speciale dalla Divina Provvidenza al Santo Padre Francesco, su supplice richiesta di S.E. Mons. Andrea Migliavacca, Vescovo di San Miniato, così come del Parroco della parrocchia di San Giuseppe in Capanne, della suddetta diocesi, attingendo ai tesori di grazia della Chiesa, concede di poter ottenere l’Indulgenza plenaria, applicabile anche in suffragio delle anime del Purgatorio, ai fedeli pentiti e animati da sincera carità, durante il giubileo della parrocchia medesima, dal 27 del corrente mese di settembre fino al 30 settembre 2018, alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione Eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Papa).

Per ottenere tale Indulgenza, occorre visitare la chiesa parrocchiale di San Giuseppe e partecipare devotamente alle celebrazioni giubilari previste nelle ricorrenze indicate nella richiesta presentata, o almeno sostare in raccoglimento e meditazione, conclu-dendo questo tempo di preghiera con il Padre Nostro, il Credo e un'invocazione alla Beata Vergine Maria del Buon Viaggio e a san Giuseppe.

Gli anziani, i malati e tutti coloro che per grave motivo sono impediti a uscire di casa possono ugualmente ottenere l'Indulgenza plenaria, pentendosi di cuore di ogni peccato, con l'intenzione di adempiere prima possibile le consuete tre condizioni richieste, unendosi spiritualmente alle celebrazioni giubilari e offrendo a Dio, ricco di misericordia, le preghiere e le sofferenze della vita.

Per facilitare l’accoglienza del perdono divino, questa Penitenzieria raccomanda che il Parroco e i sacerdoti, muniti delle necessarie facoltà, si prestino prontamente e generosamente alla celebrazione del sacramento della Penitenza.

Tutto questo ha validità per l’intero anno giubilare della parrocchia. Nonostante qualsiasi cosa in contrario.

Dato a Roma, dalla Penitenzieria Apostolica, il giorno 8 del mese di settembre dell’anno del Signore 2017.

 

Mauro Card. Piacenza, Penitenziere Maggiore
Cristoforo Nykiel, Reggente

 Che cos'è l'indulgenza

 Scarica l'originale in lingua latina

L'Avvento: tra memoria e attesa

Tra i tempi liturgici che celebriamo durante l’anno, l’Avvento è quello che è stato introdotto per ultimo. Infatti i cristiani, all’inizio, cominciarono a riunirsi tutte le domeniche per celebrare e condividere la fede in Gesù morto e Risorto attraverso l’Eucaristia.

Poi, iniziarono a celebrare una volta all’anno l’anniversario della morte e Risurrezione con la festa della Pasqua. Si organizzò successivamente la Settimana Santa e, ancora più tardi, un tempo per celebrare con maggior ampiezza la vita nuova di Cristo risorto, il tempo pasquale, e un tempo di preparazione, la Quaresima.

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Colletta Nazionale CEI

Domenica 18 Settembre

Colletta Nazionale in tutte chiese d'Italia



Cresima a Capanne con il nuovo Vescovo

Cosa può essere il paradiso? Che cosa la vera gioia?
Questa considerazione è stata  fatta  da  alcune persone, esprimendo le sensazioni provate durante la messe di domenica 17 gennaio, giorno in cui è stato amministrato il Sacramento della Cresima ai ragazzi della nostra parrocchia. Sì, veramente questa è stata una domenica  speciale. Iniziata con l’accoglienza tributata a Sua Eccellenza Monsignor Andrea Migliavacca che veniva per la prima volta tra noi. Alle 10:30 ci siamo ritrovati davanti all’Edicola, recentemente restaurata, della Madonna del Buon Viaggio, un luogo simbolico per i capannesi. Qui, in forma in molto semplice ma calda e accogliente, abbiamo ricevuto il Vescovo. Dopo il saluto del Parroco e i successivi  brevi discorsi dei ministranti e di un Rappresentante del Consiglio Pastorale, Sua Eccellenza ha preso la parola ringraziando con calore e apprezzando l’accoglienza ricevuta nella sua semplice modalità. È stata simpatia al primo ascolto; con modo affabile, immediato, chiaro, soprattutto chiaro, corredato da un bel timbro di voce (dono di madre natura) ha captato l’attenzione di tutti. Poche parole.
Quindi in corteo ci siamo avviati verso la chiesa. Una discreta folla era ferma anche al bar. Anche questo ha dato sapore all’accoglienza. Intanto una chiesa già affollata, aspettava l’arrivo del suo Vescovo, accolto da un caldo applauso al suo ingresso. I canti della corale magistralmente diretta da Giacomo Gronchi, con l’accompagnamento di Filippo Realdini, hanno animato questo momento e i successivi durante la Santa Messa. Da diverso tempo non partecipavo alle Messe della Cresima preferendo dare spazio ai familiari e parenti dei cresimandi. Domenica ho vissuto questo momento con tanta gioia e raccoglimento. Merito sicuramente della buona preparazione dei ragazzi, grazie a Gianpiero e Marilena, che li hanno seguiti fin dalla prima elementare, instaurando con essi e le loro famiglie, un rapporto di vera collaborazione e affetto e i frutti si sono visti. Merito della preparazione liturgica, grazie al Parroco e al coro. Insomma una serie di ingredienti che hanno prodotto qualcosa di solennemente sacro e raccolto. Su tutto ha fatto da eco l’Omelia del Vescovo che, con parole chiare e con esempi, ha spiegato gli effetti che lo Spirito Santo produrrà sui ragazzi da ora in poi. Una frase su tutte è bastata a far capire il senso : “capirete che lo Spirito Santo agisce in voi, quando riuscirete a fare felici gli altri! Non serviranno parole, basterà la vostra vita a parlare!” un raccoglimento e un silenzio attento, hanno accompagnato tutta la liturgia. Commovente il momento dell’amministrazione del Sacramento. Nel silenzio totale, l’organo taceva, questi ragazzi tutti vestiti di bianco, accompagnati dai loro padrini, si sono recati ad uno ad uno davanti al Vescovo e qui lo Spirito Santo è sceso su di loro, mentre l’assemblea, invitata a farlo, pregava in silenzio per i ragazzi. Così fino al termine della messa tra canti, preghiera, e silenzi.
L’entusiasmo che ha preso tutti i presenti era palpabile; al termine c’era una grande emozione e soddisfazione per quanto era stata sentita e bella questa liturgia. Allora si può veramente dire che gioia vera è lo stare bene insieme in pace, in preghiera e in armonia davanti a Dio. In un tempo così compromesso da tanta cattiveria, il respiro di pace fa assaporare veramente il Paradiso. Ringraziamo tutti quelli che hanno lavorato, affinché tutto riuscisse bene e prima di tutto…Grazie a Dio.
La giornata è poi proseguita con il pranzo in canonica dove Sua Eccellenza ha condiviso il pasto con i Sacerdoti dell’Unità Pastorale ed alcuni Rappresentanti dei Consigli Pastorale, Economico e dei Catechisti in veste di invitati, ed altri, più importanti nella veste di cuochi e camerieri. Anche qui grande cordialità e festa oltre ad un ottimo pranzo.
Così si è conclusa questa bellissima giornata.

Pavia. Ordinazione di Mons. Migliavacca.

Nel Duomo di Pavia l'ordinazione episcopale di mons. Andrea Migliavacca. La Cattedrale gremita di fedeli.

La Cattedrale di Pavia ospita l'ordinazione episcopale di mons. Andrea Migliavacca, futuro vescovo di San Miniato. Sono presenti 2 cardinali e 17 vescovi. Il Duomo di Pavia è fremito di fedeli. Ecco l'omelia di mons. Giovanni Giudici:

Saluto il nostro carissimo don Andrea.

Ricordo i suoi familiari, in particolare don Adriano.

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Festa per la Diocesi: Papa Francesco ci ha donato un nuovo Pastore!

SAN MINIATO 5.X.2015 – Oggi alle ore 12, Mons. Morello Morelli, Amministratore Diocesano, ha annunciato con gioia che Papa Francesco ha donato alla nostra diocesi un nuovo Pastore: si tratta di Mons. Andrea Migliavacca, del clero della Diocesi di Pavia, nato a Pavia il 29 Agosto 1967, e attualmente Rettore del Seminario vescovile e Vicario giudiziale.

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Uniti nella gioia

Martedì 15 luglio la unità parrocchiali di Marti e Capanne si è ritrovata per un momento di convivialità e festa insieme al suo parroco don Fabrizio Orsini e il neo diacono Simone Meini.
L’occasione di incontro è nata dal desiderio del parroco di poter ringraziare tutti coloro che collaborano, che svolgono un servizio per le varie attività all’interno delle parrocchie (servizio di animazione liturgica, membri dei consigli pastorale ed economico, catechisti, pulizia della chiesa, la Caritas, e inoltre, solo per  Capanne, il Comitato della Festa della Madonna del Buon Viaggio) ma è stata anche un modo per festeggiare l’ordinazione diaconale di don Simone, insieme anche ai suoi genitori.

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Sante Cresime 2014

Domenica 30 Novembre, prima di Avvento, 14 ragazzi della nostra Parrocchia, hanno ricevuto il sacramento della Confermazione.

Il nostro vescovo Monsignor Fausto Tardelli, prossimo alla partenza per la diocesi di Pistoia, ha avuto così modo di ricevere il saluto anche della nostra comunità. Ma andiamo per ordine.

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Il seminatore uscì a seminare

Lo scorso 29 giugno, in occasione di un bellissimo momento, ha visto le due comunità parrocchiali di Marti e Capanne riunirsi attorno a Simone Meini per la sua ordinazione diaconale: dopo aver prestato servizio nelle nostre parrocchie per due anni a fianco di Don Fabrizio , Simone ha risposto alla chiamata a servire il Signore con il suo  “sì” definitivo con l’entrata nell’ordine del diaconato.
In una celebrazione ricca di forte emozione, la gioia di tutta la diocesi è stata grande e ha accompagnato Simone in questo passo così importante, fino alla festa durante la quale ci sono stati gli auguri e i saluti calorosi di quanti di noi erano presenti alla celebrazione.

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Le "prime Messe" di don Tommaso

Domenica 23 novembre Don Tommaso Botti ha celebrato per la prima volta la Santa Messa nelle Parrocchie di Marti e Capanne. Ordinato lo scorso 12 ottobre, oggi è vicario parrocchiale a Stabbia.

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Don Simone Meini

Don Simone Meini, diventato diacono il 29 giugno scorso, svolgerà il suo ministero diaconale nelle nostre parrocchie per alcuni mesi. Don Simone verrà ad abitare a Capanne fino a che il Vescovo riterrà opportuno inviarlo in altra parrocchia.

 

A don Simone i nostri migliori auguri di permanenza.

L'annuncio di Mons. Tardelli

SAN MINIATO - Nella calma apparente tipica del clima da “giorno dopo” risuanano ancora le parole, lapidarie, del vescovo: «Vi ho riunito per comunicarvi che il Santo Padre mi ha nominato vescovo di Pistoia». Dunque ricorderemo a lungo questo 8 di ottobre, data in cui mons. Tardelli lascia la guida della diocesi di San Miniato dopo dieci anni. Durante questo arco di tempo abbiamo imparato a conoscere questo pastore che ci ha accompagnato negli anni, affrontando con noi gioie e dolori, miserie e vittorie.

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10 anni di episcopato per Monsignor Tardelli

Venerdì prossimo, 2 maggio, ricorre il 10° anniversario dell’Ordinazione Episcopale di Mons. Vescovo nostro e la diocesi si prepara a far festa con Mons. Tardelli, nella gratitudine al Signore. Questa importante ricorrenza si articolerà in tre momenti. Il primo appuntamento è rivolto a tutti i sacerdoti che venerdì 2 maggio alle ore 9.30  si troveranno insieme al Vescovo in Seminario per la celebrazione delle Lodi Mattutine e per una meditazione sul «Il ministero episcopale alla luce del Concilio Vaticano II», tenuta da S.E. Mons. CARLO CIATTINI,

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Esorcismi: vescovi toscani, «accogliere» nel «rispetto delle leggi della Chiesa»

La Chiesa è chiamata «ad accogliere le persone che chiedono di essere liberate e guarite dal maligno o dai suoi lacci, perché sono sempre persone bisognose di aiuto». Lo affermano i vescovi toscani nel documento «Esorcismi e preghiere di guarigione» con il quale hanno aggiornato la Nota pastorale «A proposito di magia e demonologia» pubblicata 20 anni fa. Il testo vuole fare chiarezza su esorcismi e magia, satanismo e disturbi psichici.

17/09/2014 di Redazione Toscana Oggi

Quattro, secondo i presuli, i verbi indicatori del tipo di risposta che la Chiesa dovrebbe fornire: «annunciare», «benedire», «liberare» e infine «vigilare». Precise indicazioni pastorali «in modo che tutto avvenga nel rispetto delle leggi della Chiesa». Tredici milioni, secondo Codacons, gli italiani che nel 2013 si sono rivolti a maghi e chiaroveggenti. «Considerevole», scrivono i vescovi, «il numero di fedeli che si reca da sacerdoti e, a volte, anche da laici, per chiedere di essere liberati da possessioni e infestazioni diaboliche». Spesso, avvertono i vescovi, le risposte sono «sbagliate»: alcuni sacerdoti «si rendono disponibili» ad accogliere, ascoltare, benedire queste persone, e «a volte, anche ad esorcizzarle, in modo però non permesso, non uniforme e non coordinato». A volte sono laici a guidare le preghiere di liberazione.
Altri aspetti negativi, fa notare il documento, riguardano i «luoghi» dove avvengono questi riti. Come in chiesa, «in adunanze pubbliche, davanti all'Eucarestia solennemente esposta, con il rischio di alta spettacolarizzazione e con il pericolo di grave disorientamento dei semplici fedeli». Non di rado, il sacerdote passa tra i fedeli «benedicendoli uno per uno con il Santissimo Sacramento e quasi sempre si verificano fenomeni quali urla, parole volgari, bestemmie e cose del genere che turbano non poco i fedeli presenti e specialmente i bambini e i più deboli». E lo stesso avviene talvolta in case private, in «incontri di preghiera pubblici, anch'essi altamente spettacolarizzati e con gesti e riti che alimentano superstizione e fanatismo». Quando poi non si ricorre a «fotografie di persone assenti, per chiedere preghiere di liberazione e ottenere ‘diagnosi' di possessioni diaboliche o di presenza di malefici». Fin qui la «denuncia», il «richiamo» a sacerdoti e fedeli, cui seguono le indicazioni pastorali.
La Chiesa, scrivono i vescovi toscani, dovrebbe «annunciare» il Vangelo, «benedire» nell'ambito dell'azione sacramentale, «liberare» gli oppressi «attraverso la forza salvifica di Gesù (il che può comportare anche preghiere di guarigione ed esorcismi) e infine «vigilare sul sentimento religioso e sulle pratiche con cui i fedeli esprimono la loro fede cristiana per evitare errori e deviazioni nei confronti della fede autentica e genuina». L'ultima parte del testo contiene una serie di «disposizioni normative», di cui la parte più consistente riguarda l'esorcismo, ribadendo prima di tutto che lo può fare «soltanto il sacerdote che ne abbia ottenuto speciale ed espressa licenza da parte del proprio vescovo diocesano e limitatamente al territorio diocesano». Si sottolinea anche l'importanza del discernimento, avvalendosi - se necessario - anche «della consulenza di persone esperte di medicina e di psichiatria individuate e approvate dal vescovo». In ogni caso - scrivono - «se una persona è affetta da disturbi psichici, praticarle preghiere di esorcismo sarebbe puramente illusorio e dannoso».
I vescovi toscani fanno anche divieto «di organizzare celebrazioni comunitarie di preghiere per ottenere la guarigione senza l'esplicito permesso scritto da parte del vescovo diocesano». E comunque tali preghiere - se autorizzate - «vanno elevate sempre in un clima di grande riservatezza e sobrietà, al fine di evitare ogni spettacolarizzazione, artificiosità e teatralità». Severamente proibito «benedire singolarmente i fedeli con il Santissimo Sacramento dell'Eucarestia al fine di ottenerne la guarigione o la liberazione dal maligno». Un paragrafo del testo si occupa di «un'espressione impropria: ‘Messe di liberazione o di guarigione'», ricordando che «Ogni S. Messa, in quanto tale, è sempre fonte di liberazione, perciò non esiste nel Messale un formulario specifico ‘di liberazione' o ‘di guarigione'». Infine l'obbligo della «gratuità». Non si deve mai parlare di «compensi» per quanto ricevuto. «Le eventuali offerte», chiarisce il documento, «non solo devono essere assolutamente libere ma devono essere rigorosamente accolte secondo le indicazioni della legge della Chiesa (Cdc 848) e delle disposizioni della Cei».

Frane e alluvioni: dai Vescovi un appello alla cura del territorio

Riunione e Comunicato dei Vescovi toscani

Pubblichiamo il comunicato sui lavori della Conferenza episcopale toscana (Lecceto 3-4 febbraio 2014). Tra i temi affrontati anche l’incontro delle scuole del 10 maggio  in San Pietro e la presenza dell’Azione Cattolica nelle diocesi e nelle parrocchie. Il cardinale Betori confermato Presidente.

Nei giorni 3 e 4 febbraio 2014 si è riunita all’Eremo di Lecceto (Firenze) la Conferenza Episcopale Toscana. I Vescovi hanno manifestato gioia e gratitudine al Santo Padre per la nomina di monsignor Stefano Manetti, attuale Rettore del Seminario di Firenze, a Vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza: insieme al loro augurio fraterno a monsignor Manetti, hanno rivolto anche a tutte le diocesi toscane l’invito ad accompagnarlo con la preghiera in vista della sua ordinazione episcopale e dell’inizio del suo ministero.
I Vescovi toscani hanno espresso gratitudine al Santo Padre anche per aver ricordato, nell’Angelus di domenica 2 febbraio, le popolazioni interessate dai gravi danni provocati da alluvioni, frane e inondazioni, che hanno colpito in maniera pesante pure alcune zone della Toscana. A tale proposito, La Conferenza Episcopale Toscana ha espresso particolare vicinanza alle persone che vivono situazioni di disagio e preoccupazione, nei confronti delle quali si sono già attivate le Caritas diocesane della regione. I Vescovi invitano a non far mancare sostegno e solidarietà alle popolazioni colpite, mentre richiamano l’importanza della cura preventiva del territorio, che merita attenzione e investimenti adeguati da parte di chi ne ha responsabilità.
Il Cardinale Giuseppe Betori, Presidente della Conferenza Episcopale Toscana, ha riferito poi sui recenti lavori delConsiglio Episcopale Permanente della CEI, e in particolare sulle modalità individuate per recepire l’invito a una collaborazione più partecipativa rivolto dal Santo Padre ai vescovi italiani nella scorsa Assemblea Generale. I Vescovi toscani hanno accolto le indicazioni emerse e si sono pienamente riconosciuti nella linea espressa dal Consiglio Permanente.
Durante i lavori è stata espressa anche la piena adesione dell’episcopato toscano all’iniziativa della Conferenza Episcopale Italiana a favore della scuola pubblica, sia statale che paritaria. Scuola statale e scuola paritaria, è stato sottolineato, non devono essere messe in contrapposizione e sono ambedue da sostenere per una crescita educativa delle nuove generazioni secondo principi di libertà. I Vescovi toscani hanno quindi rivolto il loro invito a tutte le persone coinvolte nel mondo della scuola (docenti e dirigenti, personale scolastico, studenti con le loro famiglie) a partecipare all’incontro con il Santo Padre nel pomeriggio di sabato 10 maggio prossimo.
Parlando della scuola, è emersa pure la preoccupazione per i tentativi di introdurre il tema della «valorizzazione delle differenze di genere» nei percorsi formativi dei docenti e degli studenti, secondo modalità ispirate alla cosiddetta teoria del «gender». Il rischio è che, per motivi ideologici, venga propagata nelle scuole una concezione lontana da quella della famiglia naturale, subordinando la stessa identità sessuale biologica a quella culturale, per di più soggettivamente determinata. I Vescovi hanno quindi rivendicato la dignità culturale di una visione antropologica fondata sulla differenza e complementarietà tra i sessi.
La Conferenza Episcopale Toscana ha incontrato il responsabile e l’assistente della Delegazione regionale di Azione Cattolica per una verifica di fine triennio, ribadendo l’importanza della presenza di AC nelle Diocesi e nelle parrocchie, soprattutto al fine della formazione di un laicato cattolico maturo e consapevole. I Vescovi hanno anche invitato l’Azione Cattolica a orientarsi decisamente verso una prospettiva missionaria, valorizzando anche i movimenti di ambiente e procedendo ad una semplificazione delle strutture associative.
Durante l’incontro, l’Arcivescovo di Siena Mons. Buoncristiani, delegato per la Via Francigena, ha introdotto questo argomento. Si è convenuto sulla  importanza della Via Francigena come percorso spirituale, sottolineando la necessità di una maggiore attenzione su questo punto da parte delle amministrazioni pubbliche. Una collaborazione in ordine all’ adeguamento delle strutture sia di culto che di accoglienza che si trovano lungo il tragitto, potrebbe contribuire a salvaguardare la natura di questa antica via di pellegrinaggio. 
Alla scadenza del quinquennio, la Conferenza Episcopale Toscana ha infine proceduto, come da statuto, all’elezione, del suo Presidente, Vice Presidente e Segretario, confermando in tali cariche per altri cinque anni, rispettivamente, l’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori, il Vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi e il Vescovo di San Miniato Fausto Tardelli. Restano in carica ancora per un anno gli altri due componenti della Presidenza, il Vescovo di Fiesole Mario Meini e il Vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago.


Esorcismo e preghiere di liberazione

Esorcismi e preghiere di guarigione. Indicazioni pastorali e norme dei Vescovi della Toscana - 2014. Con la Nota pastorale della Conferenza episcopale toscana «A proposito di magia e demonologia», Ed. Cooperativa Firenze 2000 srl, 2014.

A vent’anni di distanza dalla Nota pastorale «A proposito di magia e demonologia», che è stata antesignana di documenti magisteriali analoghi, i Vescovi toscani hanno sentito l’esigenza di ripresentare quel testo, corredandolo di alcune «indicazioni pastorali e norme», tenendo conto soprattutto – come si legge nella Premessa – della «situazione socio-culturale della nostra terra toscana». I vescovi non si lanciano in analisi quantitative, non ci forniscono dati, ma si comprende la loro preoccupazione per un fenomeno in crescita. «Alto  – scrivono nel testo – è il numero delle persone che si recano da maghi e chiromanti nell’intento di ottenere benefici di varia natura e guarigioni da malattie e sofferenze, ma, non di rado, anche per cercare di colpire e fare del male ad altre persone attraverso malefici». Secondo una recente indagine commissionata dal sito «Contribuenti.it», quattro italiani su dieci si rivolgono a maghi e chiaroveggenti spendendo per una «consulenza» un importo variabile tra 50 e mille euro. Il giro complessivo dell’occulto (maghi, cartomanti, fattucchieri, spiritisti, sensitivi...), nei primi sei mesi del 2013 sarebbe cresciuto del 18,5%, passando da 7,5 a 8,3 miliardi di euro (ovviamente quasi tutti al nero). Sono dati che vanno presi con una certa cautela, ma che sono comunque indicativi. Un’altro studio, questa volta del Codacons, stima che nel 2013 fossero 13 milioni i cittadini che si sono rivolti al mondo dell’occulto, un milione in più rispetto al 2011 e oltre 3 milioni in più rispetto al 2001. E anche questo sarebbe un effetto della crisi. Non solo economica e lavorativa – che pure ha il suo peso –, ma anche di valori.
Ma il disagio esistenziale si manifesta anche in altre direzioni. «Vi è un numero considerevole di fedeli – si legge ancora nel documento dei vescovi toscani – che si reca da sacerdoti e, a volte, anche da laici, per chiedere di essere liberati da possessioni e infestazioni diaboliche di vario genere causate, a loro dire, da malefici e fatture». Di fronte a questa «domanda», osservano i vescovi, le risposte sono spesso sbagliate. Vi sono «alcuni sacerdoti, animati da buona volontà» che «si rendono disponibili» ad accogliere, ascoltare, benedire queste persone, e «a volte, anche ad esorcizzarle, in modo però non permesso, non uniforme e non coordinato». Vi sono poi «fedeli laici che guidano preghiere di liberazione aventi la presunzione di assimilarsi a veri e propri esorcismi, con tanto di imposizione delle mani e benedizioni».
Altri aspetti negativi riguardano i «luoghi» dove avvengono questi riti. Come in chiesa, «in adunanze pubbliche, davanti all’Eucarestia solennemente esposta, con il rischio di alta spettacolarizzazione e con il pericolo di grave disorientamento dei semplici fedeli. Non di rado, durante queste celebrazioni, il sacerdote passa tra i fedeli benedicendoli uno per uno con il Santissimo Sacramento e quasi sempre si verificano fenomeni quali urla, parole volgari, bestemmie e cose del genere che turbano non poco i fedeli presenti e specialmente i bambini e i più deboli». E lo stesso avviene talvolta in case private, in «incontri di preghiera pubblici, anch’essi altamente spettacolarizzati e con gesti e riti che alimentano superstizione e fanatismo». Quando poi non si ricorre a «fotografie di persone assenti, per chiedere preghiere di liberazione e ottenere “diagnosi” di possessioni diaboliche o di presenza di malefici».
Fin qui la «denuncia», il «richiamo» a sacerdoti e fedeli. Ma il testo vuol andare oltre e ricorda che la Chiesa è chiamata «ad accogliere le persone che chiedono di essere liberate e guarite dal maligno o dai suoi lacci, perché sono sempre persone bisognose di aiuto». Quindi i vescovi toscani indicano in quattro verbi il tipo di risposta che la Chiesa dovrebbe fornire: «annunciare» il Vangelo, «benedire» nell’ambito dell’azione sacramentale, «liberare» gli oppressi «attraverso la forza salvifica di Gesù (il che può comportare anche preghiere di guarigione ed esorcismi) e infine «vigilare sul sentimento religioso e sulle pratiche con cui i fedeli esprimono la loro fede cristiana per evitare errori e deviazioni nei confronti della fede autentica e genuina».
L’ultima parte del testo contiene una serie di «disposizioni normative», di cui la parte più consistente riguarda l’esorcismo, ribadendo prima di tutto che lo può fare «soltanto il sacerdote che ne abbia ottenuto speciale ed espressa licenza da parte del proprio Vescovo diocesano e limitatamente al territorio diocesano». Si sottolinea anche l’importanza del discernimento, avvalendosi – se necessario – anche «della consulenza di persone esperte di medicina e di psichiatria individuate e approvate dal Vescovo». In ogni caso – scrivono – «se una persona è affetta da disturbi psichici, praticarle preghiere di esorcismo sarebbe puramente illusorio e dannoso». I vescovi fanno anche divieto «di organizzare celebrazioni comunitarie di preghiere per ottenere la guarigione senza l’esplicito permesso scritto da parte del Vescovo diocesano». E comunque tali preghiere – se autorizzate – «vanno elevate sempre in un clima di grande riservatezza e sobrietà, al fine di evitare ogni spettacolarizzazione, artificiosità e teatralità». Quello che è severamente proibito è «benedire singolarmente i fedeli con il Santissimo Sacramento dell’Eucarestia al fine di ottenerne la guarigione o la liberazione dal maligno».
Un paragrafo del testo, infine, si occupa di «un’espressione impropria: “Messe di liberazione o di guarigione”», ricordando che «Ogni S. Messa, in quanto tale, è sempre fonte di liberazione, perciò non esiste nel Messale un formulario specifico “di liberazione” o “di guarigione”».
L’ultima raccomandazione riguarda l’obbligo della «gratuità». Non si deve quindi mai parlare di «compensi» per quanto ricevuto. «Le eventuali offerte, segno di condivisione e carità, non solo devono essere assolutamente libere ma devono essere rigorosamente accolte secondo le indicazioni della legge della Chiesa (CDC 848) e delle disposizioni della CEI».
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