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L'Avvento: tra memoria e attesa

Tra i tempi liturgici che celebriamo durante l’anno, l’Avvento è quello che è stato introdotto per ultimo. Infatti i cristiani, all’inizio, cominciarono a riunirsi tutte le domeniche per celebrare e condividere la fede in Gesù morto e Risorto attraverso l’Eucaristia.

Poi, iniziarono a celebrare una volta all’anno l’anniversario della morte e Risurrezione con la festa della Pasqua. Si organizzò successivamente la Settimana Santa e, ancora più tardi, un tempo per celebrare con maggior ampiezza la vita nuova di Cristo risorto, il tempo pasquale, e un tempo di preparazione, la Quaresima.

 

Solo verso il IV secolo si cominciò, in Oriente, a commemorare con una festa, il 6 gennaio, l’apparizione del Figlio di Dio come luce per gli uomini. Finalmente, in un calendario dell’anno 354 appare indicata per la prima volta la data del 25 dicembre, la quale coincideva con la festa romana del “giorno del Sole” (la festa dei giorni che iniziano ad allungarsi), una festa che commemorava la nascita di Gesù. Con la venuta del Signore è lui il vero Sole, la luce che illumina ogni uomo, per questo, quando il cristianesimo cominciò ad espandersi seppe dare una interpretazione (non inventata) nuova della storia, quella dell’incarnazione del Verbo di Dio, Gesù Cristo.

È il Verbo atteso dall’umanità che si fece carne per rimanere con noi. Fu a partire da questo momento che nacque l’Avvento: per il desiderio di preparare la celebrazione della nascita di Gesù si iniziò ad organizzare un tempo che aveva una durata diversa e un diverso contenuto a seconda dei luoghi. Questo tempo di preparazione ebbe una evoluzione che lo portò ad essere l’Avvento così come lo vediamo oggi.

L’Avvento è molto più che preparare una venuta verificatasi secoli fa; è preparare anche una venuta continua, di tutti i giorni. Perché Gesù viene ancora adesso, oggi in ogni momento. Viene attraverso l’Eucaristia, i sacramenti, la comunità cristiana. Viene nel cuore di ogni credente attraverso la preghiera, la lettura della sua Parola, in tutte le occasioni nelle quali vogliamo accostarci a Lui. E viene attraverso i nostri cari, i conoscenti, gli emarginati, gli ammalati, gli avvenimenti della nostra vita, tutto quello che facciamo e viviamo, soprattutto attraverso i poveri, nei quali riflette il suo volto con particolare intensità. Ma nel tempo d’Avvento celebriamo anche un’altra venuta di Gesù, quella definitiva, alla fine di tutto, quando porterà l’umanità nella pienezza della vita nel suo Regno. Noi, in questo mondo, stiamo camminando verso questa venuta definitiva e ci prepariamo per essere pronti per questo momento. E Gesù ci annuncia che il nostro viaggio umano, a volte così pieno di oscurità e sofferenza, è chiamato, come dice il testo dell’Apocalisse, a trasformarsi in cielo nuovo e in terra nuova, dove godremo Dio per sempre, sarà il “Dio-con-noi”; e non ci saranno più né lacrime né sofferenze né dolore, e l’amore di Dio sarà tutto in tutti. Noi, in questo mondo, mentre siamo in attesa di questa venuta definitiva, dobbiamo vivere un atteggiamento di vigilanza, apprendendo, giorno dopo giorno, ad amare Dio e gli altri, il prossimo… anzi colui al quale possiamo farci prossimi… come Gesù, per poter giungere, un giorno, a vivere per sempre con lui.

A Capanne, stiamo vivendo il giubileo della nostra comunità Parrocchiale: preparare la festa della nascita del Salvatore diventa un’occasione per rivivere, con grande intensità, un atteggiamento di fede e di attesa della salvezza che Gesù viene a portarci. È un’occasione per preparare la nostra vita così che lui possa continuare a venire in noi, a rinnovare il nostro cuore e a trasformarci in uomini nuovi, nel convertirci a Lui disposti a fare sempre il bene come Lui. Carissimi, il Natale porti nelle nostre famiglie la pace e la riconciliazione e accresca la nostra fiducia in Lui. Il Bambino Gesù sia per noi occasione di contemplare la bellezza di quel Dio che dà senso a tutta la nostra vita e chiedere di “vedere” il volto di Dio in ogni uomo. Santo Natale a tutti voi e alle vostre famiglie.

Don Fabrizio